Nicole Iacchini: l’Italiana che trionfa nel Sanda mondiale



In un clima di orgoglio e ammirazione, il nome Nicole Iacchini entra con forza nella storia delle arti marziali italiane. Recentemente ha conquistato il titolo di campionessa del mondo di Kung Fu Sanda a Labuan, competendo per la prestigiosa Shan Long Laojia Academy. Questo è un risultato che va ben oltre una medaglia: è la conferma che la passione, la dedizione e il lavoro costante possono portare chiunque — anche da contesti più piccoli — al vertice globale.

Un trionfo che parla italiano

Per un’italiana vincere il mondiale di Sanda non è un evento ordinario. Nicole Iacchini ha affrontato rivali da tutto il mondo, provenienti da nazioni con forte tradizione di arti marziali. Il gesto con cui monta sul podio, circondata da bandiere e applausi, rappresenta simbolicamente il valore dell’allenamento italiano, della preparazione tecnica, ma anche del cuore.

La scelta di affiliarsi alla Shan Long Laojia Academy non è casuale: si tratta di una realtà d’élite, molto rispettata nell’ambito del Kung Fu tradizionale. Questa affiliazione ha dato a Nicole l’accesso a metodi avanzati, sparring di livello e supporto internazionale, elementi che hanno fatto la differenza in una competizione così dura.

Ma più di ogni cosa, chi vince in questi contesti racconta una storia: quella della fatica dietro le luci, delle ore in palestra, delle sconfitte che diventano carburante. E chi legge, anche se non pratica arti marziali, può capire che dietro ogni trionfo c’è disciplina, sacrificio e costanza.


Che cos’è il Sanda?

Molti associano il Kung Fu solo alle forme coreografiche, ma il Sanda (o Sanshou) è la dimensione marziale applicata: un sistema di combattimento moderno sviluppato in Cina che combina colpi di pugno, calci, proiezioni e tecniche di lotta ravvicinata. È nato tra gli anni ’70 e ’80 per sportivizzare il Kung Fu, mantenendo imparzialmente tecnica, efficienza e sicurezza.

Ecco le caratteristiche principali del Sanda:

Pugno e calcio: similmente agli sport da combattimento, il Sanda permette pugni, calci e ginocchiate (a seconda del regolamento).

Proiezioni: a differenza di molte arti marziali asiatiche, nel Sanda è permesso sbilanciare l’avversario con tecniche di presa e proiezioni.

Spostamenti e ritmo: il combattimento è rapido, con continui cambi di ritmo, attacchi e difese coordinate.

Sicurezza regolamentata: i combattenti indossano protezioni (casco, guanti, gambali) e le competizioni seguono regole precise per limitare i rischi.


In breve: il Sanda è il lato “combattente” del Kung Fu moderno. Non è solo estetica, ma applicazione reale, adrenalina controllata, testa e corpo in sincronia.



Il valore dell’esempio: ispirazione per nuovi praticanti

La vittoria di Nicole Iacchini può avere ricadute positive ben oltre il podio:

1. Motivazione per chi allena: una giovane italiana che raggiunge l’eccellenza dimostra che non servono nazionalità prestigiose per emergere, ma qualità e voglia.


2. Visibilità per il Kung Fu italiano: spesso offuscato da altre arti marziali, il Kung Fu guadagnerà attenzione, nuove iscrizioni, curiosità.


3. Modello per giovani e ragazze: vedere una donna ottenere il massimo in una disciplina fisica sfida stereotipi e allarga gli orizzonti sociali.


4. Connessione tra tradizione e modernità: il Sanda fonde la saggezza antica con regole moderne, e Nicole lo incarna perfettamente.





Qualche consiglio per chi vuole cominciare

Cerca una scuola di Kung Fu tradizionale con sezione Sanda, che insegni anche le forme, la preparazione fisica e la sicurezza.

Lavora su resistenza, esplosività e controllo — fondamentali nel Sanda.

Studia anche la filosofia marziale: combattere non è distruggere, ma proteggere.

Applica la regola del “piccolo passo”: progressione lenta e costante.

Trova un maestro con esperienza internazionale — non basta sapere una forma se non sai come applicarla.



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